5g? Grazie, sì. Antenne e politici a Verona

di Luciano Butti

Luciano Butti è avvocato e docente di Diritto internazionale ambientale presso l’università di Padova

Una mozione unitaria è stata sottoscritta da gran parte dell’opposizione veronese in Consiglio comunale. Bene, si dirà. Peccato che il contenuto di questa mozione presenti più di un problema. Si tratta della Mozione intitolata Moratoria per la realizzazione dell’infrastruttura 5G a Verona. Essa è stata inizialmente sottoscritta da tutti i consiglieri di PD, Sinistra in Comune, 5Stelle, Lista Tosi, Fare Verona. All’interno dell’opposizione, solo il consigliere comunale di Traguardi Tommaso Ferrari non la ha sottoscritta. Sembra poi – ma l’informazione in proposito è stata scarsa – che i Consiglieri del PD, dopo aver firmato, abbiano ritirato la firma.
Il contenuto della mozione – di cui è prima firmataria Marta Vanzetto dei 5Stelle – è ambiguo e metodologicamente inaccettabile, per molte ragioni.

Non si citano i benefici portati dal 5G

Si parte dalla premessa secondo la quale sul 5G “gli studi sono ancora in corso” (ci mancherebbe altro)  e mancherebbero attestazioni unanimi sulla sicurezza. Si prosegue citando (in via pressoché esclusiva) i pochi studi che sostengono la nocività del 5G, benché siano stati smentiti da tutta la comunità scientifica più autorevole. Si omette di citare in modo adeguato – e questo è particolarmente grave – la serie impressionante di studi degli organi ufficiali indipendenti dello Stato e della comunità internazionale che attestano la sostanziale sicurezza della tecnologia.  Si evita accuratamente – e questo è ancora più grave – di menzionare i rilevanti benefici che la tecnologia del 5G, essenziale per lo sviluppo della cd. Internet delle Cose, comporterà anche e soprattutto in termini di sicurezza delle persone (in medicina, nella circolazione stradale, negli ambienti di lavoro).

Errore metodologico evidente. Errore politico ancora più grave

L’errore metodologico è evidente. Si chiede alla scienza una attestazione di ‘rischio zero’ che non è possibile per nessuna delle attività umane. E si evita di mettere sul piatto rischi (in questo caso del tutto ipotetici) e vantaggi di una innovazione. L’errore politico è ancora più grave. Bene infatti informare i cittadini, malissimo cavalcarne le paure ingiustificate. La realtà è che, per qualsiasi tecnologia o tema scientifico, si trova qualche scienziato che non condivide l’opinione prevalente. Anche per il cambiamento climatico esistono alcuni negazionisti fra gli scienziati. Ma hanno torto. Per il 5G, poi, sono definitivi i pareri rassicuranti dell’Istituto Superiore di Sanità e della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non-Ionizzanti (ICNIRP), entrambi reperibili attraverso questo link dell’ISS. In sede locale, Arpav monitora costantemente la situazione ed è sulla stessa linea. Ben altri dovrebbero essere i temi all’attenzione della politica locale, primo fra tutti quello dell’inquinamento atmosferico e dei suoi rilevanti (e in questo caso documentati e accertati) danni sulla salute. Malissimo ha fatto quindi, in questo caso, larga parte dei consiglieri di opposizione.

A Verona manca una classe politica competente

E la maggioranza? Ogni giorno cambia idea. Inizialmente aveva annunciato che Verona aveva raggiunto un accordo per la sperimentazione, poi ha detto che tutto era sospeso, ora bene non si sa. La conclusione? A Verona manca una classe politica competente e determinata nello spingere verso l’innovazione.  Non solo per il 5G.

Gli effetti del 5g sulla salute in 20 slide

9 commenti su “5g? Grazie, sì. Antenne e politici a Verona

  1. https://www.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=56199… il pd ha ritirato le firme in quanto non avevamo avuto modo di leggere la mozione, che ci era stata solo annunciata. La nostra posizione sul 5g è diversa rispetto a quella degli impegni della mozione. Poichè si tratta di nuova tecnologia, chiediamo parere obbligatorio vincolante di Arpav prima dell’installazione delle antenne

  2. Giovanni Verga ne I Malavoglia racconta tra le altre cose dei malumori dei contadini che lamentavano una durevole siccità e ne davano la colpa ai pali di quella cosa che dovrà servire per comunicare a distanza. Era il telegrafo.

  3. concordo con butti. se l’opposizione in consiglio si fa smentire dalla segala, temo che voglia dire che ha qualche difficoltà…oltre a non aver la pazienza, e spero sia solo questione di pazienza, di leggere le necessarie
    documentazioni prima di scrivere una mozione.

  4. Tutti noi – me compreso, ovviamente – abbiamo i nostri schemi mentali di riferimento, dai quali facciamo qualche volta fatica ad uscire.
    Una cosa, però, non riesco a comprenderla.
    L’argomento principale dei critici – basta scorrere i social per rendersene conto – è che gli scienziati degli organismi pubblici nazionali e sovranazionali sono in conflitto di interesse e quindi, nella sostanza, corrotti: questa sarebbe la ragione per cui sostengono la sostanziale sicurezza del 5G.
    Bene.
    Mi restano da comprendere due cose:
    a) Chi e come organizza questo mega-complotto internazionale che coinvolge, per il 5G, gran parte degli organismi pubblici nazionali e internazionali?
    ma soprattutto
    b) Se gli scienziati che compongono questi organismi sono tutti tanto pronti alla corruzione, perché, giustamente, ci mettono in guardia ogni giorno dai rischi del cambiamento climatico e dell’inquinamento atmosferico? Non potrebbero farsi pagare dalle ‘sette sorelle’, sostenendo quindi che bruciare carbone fa bene?

    1. Gli eco-talebani e, in generale, tutte le “angurie” (verdi all’esterno, rosse all’interno) che hanno declinato via via in modo artatamente diverso, negli anni, la propria ideologia anti-modernità, anti-mercato, anti-impresa e in sintesi anti-liberismo (che mai si è visto, qui nella repubblica fanta-socialista di Cialtronia) non sono disponibili a vedere altro che un fantomatico complotto, pur misterioso e decisamente buffo ad uno sguardo appena più disincantato, ai danni della propria parte politica,
      Nihil sub sole novum.

      1. Magari il problema fosse cosi’ semplice e unidirezionale. Quella che lei cita è ‘una parte’ del problema. L’altra parte è costituita dalla politica ‘mainstream’ (alcuni liberisti in testa) che non ha mai voluto vedere i casi nei quali i movimenti ambientalisti sollevavano problemi ‘veri’, in quanto confermati dalla comunità scientifica: tipici il caso del cambiamento climatico e dell’inquinamento atmosferico. La nostra società nel suo complesso deve fare un passo avanti: più scienza e più coraggio nella politica. meno ideologia ‘a prescindere’. Non si deve essere proì-scienza solo quando ciò fa comodo al proprio orientamento ideologico.

  5. Segnalo questa bella intervista del Presidente nazionale di Lega Ambiente, l’ing. Stefano Ciafani (LA STAMPA, 8 giugno 2020): https://www.lastampa.it/tuttogreen/2020/06/08/news/40-anni-di-legambiente-il-presidente-stefano-ciafani-serve-un-salto-di-qualita-dell-ambientalismo-italiano-1.38919345 .
    Nell’ambito di un discorso molto ragionevole in cui invita gli ambientalisti a stare dalla parte della scienza ed a contrastare le fake news, il Presidente nazionale di Lega Ambiente ricorda che “Noi siamo il paese a livello europeo con i limiti più cautelativi per quanto riguarda l’elettrosmog, i più rigorosi”. Ed è giusto sia così, in quanto, come ricordato nell’intervista, “dobbiamo lavorare sul principio di precauzione, che prevede la minimizzazione dell’esposizione all’elettrosmog”. Ci sono già rigorosi controlli di Arpa, che fermano nuove antenne quando non è possibile rispettare anche le più severe raccomandazioni non vincolanti di OMS (come è recentemente avvenuto in un caso). Non c’è nessun bisogno della moratoria richiesta nella mozione, evidentemente viziata da un pregiudizio antiscientifico.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.