“Verona in Arte”*

Intervento su “L’Arena” dell’11 novembre del presidente sul progetto de La città che sale “Verona in Arte”: una fondazione di partecipazione per gestire i beni culturali della città. Sul tema vedi il nostro Fare Fondazione. Pubblico e privato per l’arte di Verona. L’esperienza bresciana.

di Alberto Battaggia


In una recente intervista rilasciata a “L’Arena di Verona”, il Soprintendente alle Belle Arti Vincenzo Tinè ha auspicato la costituzione di una fondazione di diritto privato per la gestione del patrimonio museale veronese. Si tratta di un tema molto importante per la nostra città, che è bene divenga oggetto di un approfondito confronto pubblico e politico.

L’intervista al Soprintendente Tinè
Il dibattito sulla Fondazione per l’arte
Alberto Battaggia
Paola Marini
Roberto Capuzzo
Valerio Terraroli
Silvio Zanolli
Stefano Karadjov
Castelvecchio

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Questo ‘intervento è stato pubblicato anche su “L’Arena di Verona” dell’11 novembre 2021

Si tratta, in estrema sintesi, di conciliare due esigenze fondamentali: una gestione efficiente e dinamica dei beni culturali; e la rigorosa tutela pubblica degli stessi, costituzionalmente sancita. Nelle esperienze già maturate – ad esempio a Venezia, Brescia, Torino… – delle “fondazioni di partecipazione” ottengono in concessione temporanea, dai comuni o dallo stato, immobili e musei.

Le ragioni che rendono auspicabile una soluzione del genere sono diverse: assicurare flessibilità, unitarietà, coordinamento alle proposte culturali; realizzare economie di gestione e razionalizzare l’utilizzo del personale; acquisire risorse professionali e materiali da realtà istituzionali ed imprenditoriali presenti nel territorio. Quest’ultimo è un aspetto di particolare valore comunitario ed identitario: il senso di appartenenza alle proprie radici e le opportunità offerte dalla legislazione fiscale in vigore – vedi l”Art bonus”- possono convincere molti privati ad investire risorse per l’arte, come la felice esperienza del progetto “67 Colonne per l’Arena di Verona”, anche se in un ambito specifico, ha testimoniato in questi mesi.


Nell’associazione culturale “La città che sale” opera da un anno un gruppo di progetto, aperto, formato da professionisti ed accademici veronesi, finalizzato alla costituzione di “Verona in Arte”, una Fondazione di partecipazione che potrebbe gestire parte del patrimonio storico-artistico-museale veronese (si pensa, soprattutto, ai musei comunali e, eventualmente, alla collezione d’arte di Cariverona). Un ampio resoconto sulla riflessione finora elaborata – al quale ci permettiamo di rinviare gli interessati – è disponibile sulla nostra rivista, con interventi di Paola Marini, Valerio Terraroli, Silvano Zanolli, Roberto Capuzzo e Stefano Koradjov, il direttore della Fondazione Brescia Musei. Quest’ultima ha in concessione diversi beni, tra i quali il Museo della Città Santa Giulia ed il Parco archeologico di Brescia romana Brixia, ed è un esempio particolarmente felice di collaborazione tra pubblico e privato. A sostenerne le attività è l’ “Alleanza per la cultura”, che coinvolge per un triennio alcuni soggetti istituzionali (da una Banca alla Università) e una trentina di brand aziendali.


L’insieme dei beni architettonici, dei musei, delle collezioni d’arte di cui Verona dispone è in buona parte di proprietà del Comune: dalle Mura cittadine, all’anfiteatro Arena, al Teatro romano. Alcuni immobili ed una collezione di arte moderna appartengono alla Fondazione Cariverona. Statali sono il Museo archeologico di San Tommaso e la villa romana di Valdonega. Alla famiglia Carlon, infine, appartengono Palazzo Maffei e la notevole collezione d’arte ivi esposta. Un patrimonio notevolissimo,
che offre potenzialità enormi se solo fosse governato, come lo stesso Tinè osservava, in una logica unitaria, di sistema. Va anche osservato che se il “Piano Folin” andrà avanti, sorgeranno nuove grandi strutture alberghiere e congressuali e si apriranno nuovi ampissimi spazi espositivi per i visitatori. Il problema sarà quello di attirare a Verona flussi turistici in grado di reggere un’offerta così generosa di servizi. Senza una visione d’assieme, organica, che leghi l’una cosa all’altra – riorganizzazione, coordinamento e aggiornamento anche tecnologico dei servizi museali; valorizzazione coordinata dei circuiti enogastronomici, paesaggistici e turistico-culturali; strategie di marketing urbano avanzate; rilancio dei servizi aeroportuali… – si rischia l’insostenibilità del sistema turistico veronese complessivo. Oggi più di ieri l’arte e la cultura possono essere il volano di una nuova, modernissima fase di crescita della nostra città.


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