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di Alberto Battaggia
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Abstract. Nella sua intervista a "L'Arena", Federico Testa non ha inteso appoggiare il sindaco Federico Sboarina, ma avvisare tutti che L'Agsm non ha futuro se non si fonde con altre aziende. Il passato recente di Agsm è pietoso, con Michele Croce sfiduciato dalle forze che lo avevano nominato presidente. Il colpo d'ala della nomina di Daniele Finocchiaro dettato al sindaco dalla disperazione e dagli industriali. Da anni le maggioranze di destra si sfaldano da sole dimostrando di non sapere governare una città evoluta. Va presa sul serio la disponibilità a valutare altre proposte. Altrimenti, meglio A2a che niente: come spera qualcuno.
Qualcuno, l'altro ieri, aprendo "L'Arena", ha strabuzzato gli occhi, leggendo su 9 colonne: "Ecco perché il piano di Agsm è ok", firmato Federico Testa. Che non è esattamente uno che passa per la strada. Ordinario di Economia gestionale all’Università di Verona, un passato in Agsm come vice dell'allora presidente Giuseppe Nicolò; da sei anni a capo di Enea, uno dei più prestigiosi centri di ricerca europei...: diciamo che qualcosina ne sa. Secondo il prof. Testa, Finocchiaro avrebbe dovuto fare una gara, è vero, ma la sua proposta è buona e si può fare. Bum! Perché Federico Testa, tra le altre cose, è stato per due legislature deputato del Pd. Un colpo di sole? La conversione sulla via dell’avvocato Sboarina? Un gesto irenico postpasquale? E' scattata immediatamente l'analisi dietrologica delle teste fini della politica scaligera. "I diktat di qualche potere forte gli hanno fatto cambiare idea", dice Stefano Valdegamberi, lista Zaia in Regione. E via tutti gli altri: "c'è qualcosa sotto...ci sarà uno scambio...vedrete che succede...un errore di percorso...".

Il futuro che non c'è
Ma facciamo un poco di ordine. Il cuore della questione è il destino di Agsm. Perché la più amata delle partecipate veronesi, attualmente, un futuro non ce l’ha. Ha bisogno di tecnologie avanzate, di investimenti, di economie di scala. L'azienda è troppo piccola: non potrà reggere la concorrenza. Lo stesso problema dell’Aim, la cugina vicentina con la quale si è già fidanzata. In più, non riesce a smaltire i rifiuti. Perciò deve allearsi con qualcuno che le risolva anche questo problema. Con chi le conviene farlo? Le esigenze dei cittadini sembrano tre: servizi di qualità ad un costo conveniente; rifiuti trattati senza devastare l'ambiente; interessi locali rappresentati decentemente nel soggetto che gestirà il tutto. Sul mercato i partner sono tre o quattro, tutti intorno qui al Nord. Alcuni hanno già iniziato le grandi manovre: la trevigiana Ascopiave si è messa con il colosso emiliano Hera; in Altoadige c'è la giovane e supertecnologica Alperia, cresciuta molto; a Brescia, appunto, A2a: ciò di cui si parla. La strategia non è in discussione. Se la principale partecipata veronese vuole reggere ai tempi deve allearsi.
Da Croce a Finocchiaro
E il prima? Il passato recente di Agsm è stato, sotto il profilo gestionale, pietoso. L’ultimo presidente, Croce, è stato sfiduciato dal suo stesso Consiglio di amministrazione. Una vicenda sorprendente: la stessa maggioranza, quella attuale di Palazzo Barbieri, ha espresso, contemporaneamente, il presidente dell’Azienda e il Cda che lo ha sfiduciato. Un bel pasticcio. Con l’acqua alla gola - immaginiamo - il sindaco Sboarina, caldamente incoraggiato - continuiamo ad immaginare - dagli industriali veronesi, ha avuto un colpo d’ala: Daniele Finocchiaro. Un vero manager con un curriculum che non finisce più: dirigente in Glaxo, presidente dell'Università di Trento, nel consiglio dell' Assindustria scaligera.. - che ha fatto dire al cittadino medio, nell'aprile dell'anno scorso: l’uomo giusto al posto giusto!


Poi Daniele ha scoperto le carte: Milano. Facciamo una multiutility, assieme ad Aim, con A2a, cioè Milano e Brescia. Un gigante da 6 miliardi di fatturato: con le dimensioni ci siamo, senza dubbio; e che ha pure un termovalorizzatore a Brescia. Obiezioni? Conteremo poco, in consiglio, ci schiacceranno. E poi ci sono anche gli altri. Magari hanno qualche idea vincente. Alperia, ad esempio, ha un impianto per i rifiuti invidiato in Europa... Finocchiaro ha detto: non c’è nessuno che possa fare altrettanto. Non perdiamo tempo, non serve alcuna gara. E così è stato. Non è stata una scelta felice. La soluzione A2a è "infungibile", imparagonabile con altre? Va bene, ma faccele vedere, facci rendere conto che è davvero così. Tuttavia, nonostante questo inaccettabile difetto di trasparenza, tutto sembrava andare bene, anche grazie al Covid, che ha distratto per un po' opinione pubblica e media dalla vicenda. Poi le cose hanno cominciato a scricchiolare. A causa della feroce opposizione cittadina? Ma figuriamoci. No, no, come al solito, come negli ultimi sette anni, le crepe sono venute dall’interno della stessa maggioranza di Palazzo Barbieri. Quest'ultima è sostenuta dai consiglieri della Lega Nord (8), di Battiti per Verona (7), di Fratelli d'Italia (4), di Verona Domani (4); di Forza Italia (1): 24 contro 12 dell'opposizione, non dovrebbe esserci gara. Invece c'è: Lega Nord, Verona Domani, Fratelli d'Italia hanno preso chi più chi meno le distanze dal Sindaco e dal suo presidente. Altre critiche sono venute da Apindustria, altre da qualche Ordine professionale...
O cresce o muore
Non sappiamo se Federico Testa sia più ingenuo o più scaltro di quello che appare. Noi pensiamo, semplicemente, che il problema sia un altro. Non si tratta di capire se il prof. Testa abbia voluto favorire politicamente il sindaco Sboarina, ma di chiedersi se il prof. Testa abbia ragione o meno quando grida alla città che o l'Agsm si fonde con altri soggetti o muore. Questa ci sembra la vera sostanza della sua intervista a "L'Arena". Su questo i veronesi devono interrogarsi. La preoccupazione è fondata perché le debolezze strutturali della maggioranza di Palazzo Barbieri rischiano di affossare qualsiasi strategia: verso Bologna, verso Bolzano, verso Treviso... Da anni la destra veronese è tanto muscolare e reboante quanto fragile e inconcludente. Nei suoi incomprensibili affanni di potere, non riesce a garantire alla città un governo stabile in grado di affrontare i problemi di una società evoluta. A gennaio, in Società Letteraria, il presidente di Enea ebbe a osservare che era ora "che l'Agsm finisse di essere utilizzata come campo gioco dagli amministratori, dai consiglieri comunali, da quelli di circoscrizione, da quelli di condominio”. Appunto.

E ora?
Ora, cosa si può auspicare, per il bene della città? Di andare a vedere. Se fossimo nei panni dei dirigenti degli altri possibili partner, prenderemmo alla lettera la disponibilità improvvisamente dichiarata l'altro giorno dal sindaco Sboarina e dal presidente Finocchiaro a valutare altre proposte. Se si sospetta un bluff, si va a vedere. Prepareremmo l'ambiente contattando media, associazioni datoriali, sindacati, ordini professionali, forze politiche veronesi, annunciando di non avere alcuna intenzione di mollare l'osso. Farebbero un favore a se stessi, rilanciando le loro proposte; e alla città, che capirebbe quali sono le migliori. Specialmente, costringerebbero il Comune a decidere, smascherando chi, in realtà, vuole fare solo una cosa: un bel niente.
Verona, 17 maggio 2o20
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