Giù le mani dalla scuola!

Solidarietà al Liceo Enrico Medi di Villafranca
Comunicato stampa. La lettera

Gli attacchi dei rappresentanti politici della Lega Vito Comencini e Stefano Valdegamberi, rispettivamente deputato e consigliere regionale, alle libere e autonome attività educative del Liceo Medi di Villafranca, sono inaccettabili.

L’assemblea studentesca del prossimo 18 febbraio, che lodevolmente si occuperà di discutere un tema delicato e complesso come quello delle omofobie e delle transfobie, permettendo ai ragazzi di discuterne con un autorevole esponente del mondo accademico veronese, è parte integrante dell’offerta formativa di quell’istituto, che le norme di legge e i principi pedagogici affidano interamente al principio dell’autonomia scolastica.

La cronaca su L’Arena, provincia
La cronaca su L’Arena, provincia

L’intervento dei due politici appare doppiamente maldestro: sotto il profilo della correttezza istituzionale, vista l’arrogante ingerenza manifestata verso l’autonomia di un istituto scolastico; e nel merito, essendo la loro iniziativa viziata dall’ostilità verso il pieno riconoscimento dei diritti di ogni condizione sessuale: orientamento culturale e giuridico che si sta affermando in tutte le società più evolute e democratiche.

“La presunta mancanza di ‘pluralismo’ di cui soffrirebbe l’assemblea – osserva il presidente de ‘La città che sale’ Alberto Battaggia – è un’osservazione insensata: come si potrebbe contrapporre al rifiuto di ogni discriminazione giuridica e morale di tipo sessuale – origine, come sa ogni insegnante, di gravissime forme di disagio giovanile e di aberranti forme di bullismo –  un principio opposto”?

Ci complimentiamo, invece, con la comunità educativa del Liceo Medi di Villafranca per la interessante iniziativa, che fornirà agli studenti un’ulteriore, significativa occasione di crescita culturale e morale.

Verona, 9 febbraio 2021

La lettera aperta di 23 dirigenti scolastici delle scuole superiori veronesi

In una nota sentenza della metà degli scorsi anni Ottanta, la Corte costituzionale ha affermato che l’ordinamento repubblicano italiano si presenta come «una civiltà giuridica in evoluzione, sempre più attenta ai valori, di libertà e dignità, della persona umana, che ricerca e tutela anche nelle situazioni minoritarie» in modo tale da consentire di superare «l’isolamento, l’ostilità e l’umiliazione» (Corte costituzionale, sentenza n. 161/1985).

Come recita l’articolo 2 della Costituzione, la Repubblica- e dunque anche la Scuola- riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’«uomo sia come singolo che nelle formazioni sociali nelle quali si svolge la sua personalità». «Ogni individuo ha diritto all’istruzione- si legge inoltre nell’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo- … L’istruzione- prosegue la Dichiarazione- (…) deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le nazioni, i gruppi razziali e religiosi…».

In un contesto inequivocabilmente pluralista, la missione culturale ed educativa della Scuola è quella di far crescere e maturare adulti consapevoli e tolleranti, rispettosi dei diritti umani e finalmente scevri da ogni forma di discriminazione e violenza. Ogni persona conta, qualunque sia la sua età, il suo aspetto fisico, la nazionalità, l’orientamento sessuale o l’identità di genere; ed è compito della Repubblica- e dunque anche della Scuola- dar concretezza al principio di eguaglianza sostanziale espresso nell’articolo 3, comma 2 della Costituzione, contribuendo a rimuovere gli ostacoli che «impediscono il pieno sviluppo della persona umana».

L’insegnamento di questi valori passa attraverso la trattazione anche di temi divisivi, perché i giovani sviluppino il necessario senso critico. Tra tali temi rientrano senz’altro quelli riferibili alla realtà e ai vissuti del mondo Lgbt, spesso vittima di atteggiamenti discriminatori e di episodi di omofobia e transfobia. Dobbiamo essere infatti propulsori di un modo inclusivo di intendere lo stare assieme, di una modalità pronta a riconoscere e valorizzare le differenze, abbattendo- va rimarcato una volta per tutte- l’idea erronea secondo la quale conoscere la diversità corrisponde ad una volontà di propagandarla, di smantellare la famiglia, o di orientare la sessualità dei discenti. Riteniamo pertanto che tutte le iniziative proposte dagli studenti che siano rispettose delle persone, culturalmente e pedagogicamente fondate, utili al confronto democratico tra le diverse visioni della vita nello spirito della Costituzione possano e debbano trovare cittadinanza nella scuola.

In questo delicato e complesso ruolo, ovviamente la scuola è aperta ad accogliere critiche e al confronto, dal momento che la libertà di pensiero è per tutti un diritto sacrosanto e legittimo, ma il sospetto che essa possa essere luogo di premeditata e univoca propaganda ideologica o di indottrinamento di teste vuote non può essere accettato. Come dirigenti scolastici abbiamo tutti un ruolo da svolgere nel garantire che i diritti civili di tutti siano riconosciuti, curando che le comunità educanti a noi affidate conservino una prospettiva capace di includere tutte le persone. Noi lavoriamo e lavoreremo sempre in queste direzioni: ce lo dicono la nostra Costituzione e la nostra coscienza professionale.

Per tutte queste ragioni e coerenza con i principi costituzionali richiamati, con riferimento a quanto riportato sul quotidiano L’Arena in data 3 febbraio in merito all’assemblea studentesca del liceo Medi “Omotransfobia e Lgbt”, parlano di improbabili progetti di “cancellare le identità”, senza per altro tenere conto che- come ognuno sa- l’identità non è una semplice affermazione, ma il frutto di percorsi lunghi, faticosi e spesso impervi, esprimiamo come dirigenti scolastici della provincia di Verona piena solidarietà nei confronti della comunità educante, delle ragazze e dei ragazzi del Liceo Medi di Villafranca di Verona e del dirigente prof. Marco Squarzoni.

I dirigenti scolastici:


Mario Bonini (Educandato agli Angeli);
Roberto Fattore (Maffei);
Sara Agostini (Sanmicheli);
Stefania Bè (Calabrese Levi);
Paolo Beltrame (Marco Polo);
Maurizio Bianchi (Guarino Veronese);
Rosario Blasco (Ferraris-Fermi);
Eugenio Campara (Carnacina);
Anna Capasso (Messedaglia);
Carmen De Simone (Da Vinci);
Luigi Franco (Fracastoro);
Claudio Fregni (Silva Ricci);
Irene Grossi (Giorgi);
Enzo Gradizzi (Pindemonte);
Stefano Minozzi (Medici);
Lauro Molinaroli (Cotta);
Nicoletta Morbioli (Nani-Boccioni);
Gabriella Piccoli (Marconi);
Luigi Pizzighella (Marie Curie);
Francesco Rossignoli (Stefani-Bentegodi);
Luigi Santillo (Bolisani);
Carla Vertuani (Einaudi);
Luisa Zanettin (Minghetti).

Non hanno ritenuto di firmare i dirigenti scolastici degli istituti Berti, Montanari, Anti, Galilei, Cangrande, Copernico, Dal Cero.

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